Insufficienza Venosa
La malattia venosa cronica degli arti inferiori racchiude nella sua definizione un insieme di condizioni di grande rilevanza medica e socio-sanitaria, caratterizzate da segni e sintomi variabili per tipo, severità e impatto sulla qualità di vita del paziente. Sono sotto-diagnosticate, ma molto diffuse, e colpiscono di più le donne a causa degli ormoni, delle gravidanze e, banalmente, dei tacchi alti. Hanno elevata prevalenza, tendenza a evolvere verso quadri complessi e, cosa non trascurabile, un impatto estetico molto negativo.
Tutto nasce da anomalie nella funzione delle valvole o da alterazioni della parete delle vene che permettono il reflusso del sangue verso il basso con aumento della pressione nel sistema venoso degli arti inferiori; se la condizione si protrae, le valvole perdono gradualmente la loro funzionalità, l’ipertensione si aggrava (gonfiore, dilatazione dei vasi e varicosità) e si innescano fenomeni infiammatori che, in un circolo vizioso, perpetuano la disfunzione e fanno progredire la patologia. L’infiammazione, in ogni caso, è il cuore del problema perché i leucociti aderiscono alla parete venosa liberando mediatori ed enzimi proteolitici che la danneggiano e rendono le valvole incontinenti.
Terapia farmacologica e obiettivi
A)combattere le alterazioni del microcircolo e del circolo venoso
B)contrastare l’infiammazione e la degenerazione strutturale dei vasi
Molecole utilizzate nel trattamento della malattia venosa
I bioflavonoidi sono molecole naturali molto utilizzate in quest’ambito: la rutina e i suoi derivati (oxerutina e troxerutina) sostengono il tono venoso bloccando l’inattivazione della noradrenalina mentre a livello del microcircolo aumentano la resistenza capillare e diminuiscono la frazione di filtrazione.
L’unico bioflavonoide ad azione davvero multi-target nella malattia venosa cronica è la diosmina: da sola o in associazione a esperidina sostiene il tono venoso prolungando l’azione della noradrenalina, migliora il microcircolo, stimola il drenaggio degli edemi e aumenta il numero di vasi linfatici, ha azione antinfiammatoria e anti-adesiva. Per l’efficacia e l’ottima tollerabilità la diosmina micronizzata è probabilmente il composto-leader tra i bioflavonoidi vasoattivi.
I triterpeni del fito-complesso di Centella asiatica sono antinfiammatori, stabilizzano le fibre di collagene ed elastina, stimolano la biosintesi di glicosaminoglicani, hanno azione angiogenetica, favoriscono la guarigione delle ferite e delle ulcere, supportano la funzionalità del microcircolo. Studi pre-clinici hanno evidenziato la loro efficacia nell’indurre la sintesi di collagene da parte di fibroblasti umani in coltura nonché l’aumento di fibronectina, proteina di struttura importante per la tenuta della parete venosa; regolarizza anche la struttura del tessuto connettivo della guaina perivascolare, riduce la sclerosi e l’indurimento e migliora il flusso di sangue negli arti .