Da alcuni anni è in atto una vera e propria rivoluzione sessuale in tema di virilità, vigore, potenza sessuale maschile con l’avvento di una nuova classe di farmaci vasodilatatori in grado di favorire l’afflusso di sangue nei corpi cavernosi del pene producendo così l’erezione o potenziandola.
Queste nuove “pillole per la virilità” sono ormai note a tutti e i quattro diversi principi attivi più diffusi che conferiscono caratteristiche specifiche a questi medicinali (per il loro uso è fatto obbligo consultare il medico!) hanno una desinenza in comune: Sildenafil, Vardenafil, Tadalafil, Avanafil…quasi una filastrocca.
Attenzione però, le quattro pillole in commercio non accendono il desiderio, ma la virilità, il vigore, la prestanza fisica.
La loro efficacia è sempre correlata all’eccitazione sessuale e alla stimolazione fisica che l’uomo prova.
Infatti, in assenza di desiderio di attività sessuale o stimoli, fantasie sessuali, anche con l’assunzione di queste nuove pillole l’incapacità di raggiungere o mantenere l’erezione, chiamata <<impotenza>>, permane.
Ecco quindi l’importanza e il ruolo strategico che ha nel benessere sessuale di coppia una buona dose di desiderio sessuale o libido, maschile e femminile.
Il termine libido, letteralmente traducibile come desiderio o voluttà, identifica un concetto cardine della teoria psicoanalitica.
Secondo la teoria freudiana, la libido rappresenta la pulsione principale, se non l’unica, di natura puramente sessuale dell’uomo.
Secondo la teoria junghiana, invece, la libido è una forma di “energia psichica” che costituisce per l’uomo una vera e propria “spinta vitale”, la quale non si limita esclusivamente all’ambito sessuale.
Il concetto di libido, col procedere dell’esperienza psicoanalitica, nei decenni si è molto evoluto da quando si iniziò a indagare il vasto campo delle nevrosi e delle psicosi affermando ad esempio che la libido non mirava a soddisfare solo la pulsione sessuale dell’individuo, ma anche altre pulsioni parziali di base, come il cibo, la sopravvivenza, la morte, la religione e l’arte.
Il “desiderio sessuale ipoattivo” è una malattia riconosciuta ufficialmente ed è caratterizzata da una mancanza o assenza di fantasie sessuali e desiderio di attività sessuale per un periodo di tempo.
Per essere riconosciuto come tale deve causare preoccupazione o difficoltà nei rapporti interpersonali, se non addirittura angoscia, afflizione, depressione, scarsa autostima. Alcuni sostengono che l’asessualità è un caso particolare di questa malattia, ma così non è perché un asessuale non soffre per la mancanza del desiderio.
Ci sono vari sottotipi di desiderio sessuale ipoattivo:
- generale (mancanza di desiderio sessuale generalizzato)
- o situazionale (mancanza di desiderio sessuale solo per il partner),
e può essere acquisito (iniziato dopo un periodo di normale sessualità) o congenito (la persona non ha mai avuto desiderio sessuale fin dalla nascita).
Tipicamente gli uomini sono affetti da uno di questi tre sottotipi:
– Congenito/Generalizzato: L’uomo ha sempre provato poco o nessun desiderio di stimolo sessuale, sia con il partner che da solo.
– Acquisito/Situazionale: L’uomo ha avuto in precedenza interessi sessuali per il suo partner, anche se al momento non prova alcun interesse sessuale per il suo partner e ha desiderio di stimolo sessuale, da solo o con altri partner.
– Acquisito/Generalizzato: L’uomo ha avuto in precedenza interessi sessuali, ma al momento non prova interesse per l’attività sessuale, sia da solo che con un partner.
Possibili cause comprendono fattori fisici (bassi livelli di testosterone, alti livelli di prolattina, problemi ormonali, problemi psichiatrici), fattori medici (uso di determinati farmaci), fattori emotivi e relazionali (depressione, ansia, stress, mancanza di fiducia, difficoltà a stare in intimità, malattia cronica del proprio partner).
Sovente, parlando di desiderio sessuale femminile, capita di farlo per esemplificare due situazioni opposte:
– di un desiderio estremo, morboso e ossessivo, solitamente definito ”ninfomania”
– alternativamente, per descrivere la mancanza di desiderio, la così detta “frigidità” (definibile correttamente “disturbo da desiderio ipoattivo”.
Il “normale” desiderio sessuale femminile, non patologico, non viene comunemente trattato, ricevendo poche attenzioni nonostante alcuni studi abbiano dimostrato che la donna è sensibile agli stimoli sessuali almeno quanto l’uomo, o anche di più, specialmente durante il periodo dell’ovulazione.
Le donne sono prevalentemente stimolate dalle parole, dalle atmosfere, dalle attenzioni volte alla loro bellezza; gli uomini paiono maggiormente coinvolti dalla vista e, soprattutto, dall’esperienza tattile.
Comunemente non è possibile arrivare all’eccitazione se non si prova prima del desiderio, benché poche donne sentano il “desiderio” e facciano poco per soddisfarlo.
Si parla di “ninfomania” (mania, passione intensa, follia) benché sia oggi un termine decisamente desueto, nei casi in cui il desiderio sessuale che avverte la donna venga considerato eccessivo e morboso.
Oggi che molti luoghi comuni sono stati spazzati via, e si è fatto pulizia di molte teorie di archeo-medicina legate ai pregiudizi sulla sessualità femminile e al ruolo che la donna aveva nella società di un tempo, parlare di “furore uterino” fa decisamente sorridere, dal momento che è appurato che l’eccitazione sessuale non è solo un istinto animalesco, ma è strettamente collegato anche con la cultura della persona e poi ormai è dimostrato che gli organi dell’eccitazione sessuale femminile non sono affatto nell’utero.
In riferimento alla mancanza di desiderio, numerosi fattori possono determinarla, come un trauma particolarmente stressante per la persona (sia dal punto di vista fisico che emotivo) come un incidente, un parto difficile, una violenza subita, interventi chirurgici particolarmente invasivi devastanti sulla libido femminile, una grave calamità naturale, il periodo post-menopausale ecc…ecc..
Probabilmente il concetto di soddisfazione sessuale femminile è molto più complesso di quello maschile (nella donna spesso la sessualità tende a soddisfare un bisogno di intimità affettiva, e sovente le donne accettano di avere rapporti sessuali con il proprio compagno, per soddisfare il suo desiderio) e non dovrebbe essere ad esso paragonato, viste anche le tante componenti non-ormonali che lo determinano.
Per la donna sembrerebbe contare molto di più il tipo di relazione col partner, lo stile di vita, l’autostima, la situazione socio-economica ecc. che non gli ormoni.
Da ricordare inoltre che molte donne, pur avendo rapporti sessuali che si concludono con un orgasmo, non per questo ritengono “soddisfacente” la propria vita sessuale: le donne, per dirsi davvero eccitate, devono sentirsi tali non solo nel corpo, ma anche nella mente, nel cuore, nello spirito e dunque sarebbe meglio non parlare di desiderio sessuale femminile come se fosse una semplice reazione meccanica ad uno stimolo, come si farebbe per gli uomini.