PRODIGIOSA NUTRACEUTICA

CALCOLOSI URINARIA

I calcoli urinari sono concrezioni cristalline che possono formarsi nell’apparato urinario in seguito alla precipitazione e successiva aggregazione di sostanze disciolte nelle urine. La condizione patologica legata alla formazione dei calcoli è detta calcolosi urinaria o urolitiasi.

In ordine di frequenza, i principali tipi di calcoli urinari sono formati da:

Ossalato di calcio (40%)

Fosfato di calcio (15%)

Ossalato e fosfato (15%)

Acido urico (10%)

Misti (acido urico e calcio) (10%)

Fosfato ammonio-magnesiaco (8%)

Cistina (2%)

I calcoli si formano quando alcuni composti presenti nell’urina in soluzione precipitano, formando cristalli. Ciò può dipendere da variazioni del grado di saturazione dell’urina stessa, da alterazioni del pH urinario o dalla riduzione di alcune sostanze che fisiologicamente inibiscono la cristallizzazione (in particolare citrato e magnesio).

L’aumento dell’incidenza è collegato a un basso volume urinario o aumentata concentrazione dei soluti nelle urine. In particolare l’aumento dell’escrezione urinaria di calcio può essere legato a diversi fattori, tra cui un alterato assorbimento intestinale di calcio o un eccessivo riassorbimento osseo.

I fattori responsabili della formazione dei calcoli si possono suddividere in tre categorie:

Fattori organici: tutte le condizioni patologiche nelle quali il deflusso urinario è ostacolato, come le malformazioni delle vie urinarie (in particolare la stenosi del giunto pielo-ureterale) o le ostruzioni acquisite di queste ultime (stenosi degli ureteri di varia origine, anche insorte in seguito ad interventi chirurgici).

Fattori funzionali: in questo ampio gruppo sono compresi disordini endocrini come l’iperparatiroidismo primitivo e numerose alterazioni, spesso ad eziologia ignota, del metabolismo di calcio, ossalato, acido urico, cistina e xantina, che hanno come effetto una aumentata concentrazione di queste sostanze nelle urine (per aumentata produzione, ridotta eliminazione o aumentata escrezione urinaria).

Altri fattori: familiarità (è stata riscontrata un’aumentata probabilità di sviluppare la calcolosi nei parenti dei soggetti affetti, pur non essendo noto alcun gene responsabile della patologia); alimentazione (scarso apporto di acqua e dieta ricca di proteine); alcuni farmaci (antivirali).

I principali sintomi sono:

– dolore di tipo colico al fianco che si irradia fino all’inguine

– disuria e pollachiuria

– ematuria macro e microscopica

Quando il calcolo raggiunge la vescica si ha decompressione e il dolore sparisce.

Diagnosi

Radiografia diretta renale: evidenzia tutti i calcoli ad eccezione di quelli di acido urico, che sono radiotrasparenti.

Urografia: rappresenta il gold standard per la diagnosi, poiché evidenzia, oltre ai calcoli, anche eventuali malformazioni delle vie urinarie che possono favorirne la formazione.

– Analisi chimica e cristallografica del calcolo: è l’unico esame che consente di individuarne con certezza la composizione.

– Studio metabolico completo: deve comprendere il dosaggio nel siero e nelle urine di tutte le sostanze potenzialmente coinvolte nella formazione dei calcoli, quali calcio, fosforo e acido urico, e il dosaggio urinario di ossalato e cistina.

Esame delle urine: in particolare, lo studio del sedimento urinario può dare utili indicazioni sulla presenza di cristalli (qualora non siano disponibili calcoli da analizzare), globuli bianchi e globuli rossi (che indicano, rispettivamente, la presenza di infiammazione e di sanguinamento, entrambe riconducibili alla presenza del calcolo nelle vie urinarie).

LITOTRISSIA EXTRACORPOREA (ESWL)

La litotrissia extracorporea a onde d’urto (ESWL, Extra-corporeal Shock Wave Lythotripsy) è una procedura non invasiva riservata al trattamento della calcolosi renale e ureterale. Essa si avvale di un apparecchio, il litotritore, il quale grazie all’emissione di onde d’urto acustiche ad alta energia che attraversano i tessuti dall’esterno all’interno focalizzandosi sul calcolo permette la frantumazione di questo in frammenti di piccole dimensioni suscettibili di espulsione spontanea con le urine. Tale procedura, generalmente ben tollerata, non richiede generalmente alcun tipo di sedazione e/o analgesia.

Secondo le linee guida dell’Associazione Europea di Urologia (EAU), il 90% delle calcolosi è meritevole di essere trattato con la litotrissia extracorporea sempre tenendo conto di dimensioni, localizzazione e composizione del calcolo (calcoli più o meno duri), fattori che possono condizionare il successo della procedura.

Possono essere necessarie più sedute per un’ottimale frammentazione del calcolo, tuttavia non esiste un chiaro consenso su quante sedute e quanto intervallo debba passare tra una seduta e la successiva, decisioni che devono essere decise volta per volta in base alle caratteristiche di ciascun paziente.

Le complicanze legate alla litotrissia extracorporea sono di gran lunga inferiori rispetto a quelle riscontrate negli altri interventi chirurgici per calcolosi e sono dovute o ai frammenti che si vengono a creare in seguito alla frantumazione (principalmente episodi di colica renale nel 2-4% dei casi) o al passaggio delle onde d’urto attraverso i tessuti (ematoma renale). E’ possibile la comparsa di tracce di sangue nelle urine nelle ore successive all’intervento.

La procedura, della durata media di 30 minuti, viene normalmente effettuata in regime di day hospital, solo in caso di complicanze può rendersi necessario il passaggio ad un ricovero ordinario.

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